Si parla di Funzionamento Cognitivo Borderline, quando una persona presenta limiti intellettivi e problemi adattivi che, pur non precludendo un inserimento nella vita normale, le rendono difficile rispondere a tutte le richieste della scuola e dell’ambiente. Questo significa che non ha un ritardo mentale, perché il suo QI non è inferiore a 70 e quindi non si colloca significativamente sotto la media, ma neppure un’intelligenza definita normale poiché questa, si colloca tra 90 e 110. Il quadro che ci si prospetta quando parliamo di funzionamento cognitivo borderline è molto diversificato. In alcuni casi, emerge una scarsa evoluzione nell’organizzazione cognitiva, immaturità affettiva e difficoltà ad acquisire un pensiero flessibile, fondamentale per risolvere operazioni mentali complesse, a scuola come nella vita. In altri casi invece, la compromissione maggiore può riguardare l’area del linguaggio, trasversale a tutti gli apprendimenti scolastici, a fronte di buone prestazioni in compiti e attività che richiedono velocità e precisione. Si è spesso portati a credere che crescendo, questi bambini tendano in maniera spontanea ad adattarsi alle richieste dell’ambiente e diventano degli adulti normali. Per quanto sia vero che si tratti di lievi disturbi dell’intelligenza è importante che non vengano trascurati. Queste situazioni limite sono infatti piuttosto frequenti e i bambini che presentano queste caratteristiche è importante che vengano aiutati per non incorrere in alcune problematiche. Ad esempio, l’abbassamento dell’autostima è un rischio sempre in agguato per questi bambini che, in assenza di un’intelligenza francamente deficitaria, sono in grado di comprendere che non sempre riescono a fare le cose bene come gli altri. A ciò si potrebbero aggiungere il disorientamento dei genitori di fronte ad un problema che non è un vero e proprio problema o la preoccupazione di difendere e proteggere il proprio figlio, percepito come più debole degli altri, da tutti i pericoli che potrebbe trovare nel mondo. Diventa, quindi, molto importante, non lasciare da soli questi bambini e chi gli sta accanto con i piccoli problemi che, se non adeguatamente affrontati, potrebbero diventare vere e proprie problematiche.

Opportunità di intervento psicologico e scolastico

L’acquisizione di abilità strategiche di pensiero, lo sviluppo della metacognizione, la conquista di una modalità operativa autonoma nelle attività didattiche o l’acquisizione di maggiore sicurezza personale potrebbero essere solo alcuni dei traguardi che questi bambini, con il giusto supporto psicologico e/o riabilitativo e con la collaborazione degli insegnanti, possono raggiungere con successo. Inoltre, la diagnosi di funzionamento cognitivo borderline, coinvolge la scuola secondo la logica della normativa dei Bisogni Educativi Speciali non certificati come disabilità. Di norma è opportuno redarre un Piano Educativo Personalizzato (PDP) «calibrato sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita» (circolare ministeriale del 06.03.2013). Spetta al Consiglio di classe definire i contenuti fondamentali di ogni disciplina alla base delle progettazioni educativo-didattiche adeguate per l’alunno, da realizzare nel contesto classe. Oltre alla identificazione degli obiettivi educativi utili al bambino, cruciale ai fini del PDP sarà la domanda: quali sono, ai vari livelli scolastici, i saperi essenziali di ogni disciplina? La presenza di un PDP dovrebbe essere intesa come invito non ad un insegnamento individualizzato diverso da quello dei compagni, ma come insegnamento differenziato con attivazione di proposte didattiche flessibili, in grado di permettere a ciascun alunno di esprimersi secondo le proprie potenzialità, e selettive, con priorità ai saperi essenziali.

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